Prurito in gravidanza


Il prurito in gravidanza è fisiologico ed è un fastidio ricorrente, che lamenta  circa 1 donna su 3.

Bisogna considerare che la gravidanza è uno stato fisiologico che porta con sé cambiamenti endocrini e immunologici, che possono contribuire al prurito. 

Spesso insorge nell’ultima fase della gestazione ed è  correlato alla tensione della pelle  indotta dalla gravidanza. Riguarda solitamente  la zona dell’addome e del seno, estendendosi talvolta anche agli arti ed ai glutei. In questo caso, a partire dal terzo mese di gravidanza, è utile applicare quotidianamente su tutto il corpo creme oppure oli vegetali emollienti ed idratanti per supportare l’elasticità cutanea e prevenire la comparsa di smagliature. Anche l’innalzamento del valore degli estrogeni  aumenta la ritenzione idrica che provoca  gonfiore, acutizzando la sensazione di prurito.  

IL PRURITO PATOLOGICO IN GRAVIDANZA

Il prurito in gravidanza non va sottovalutato, in particolare quando insorge all’inizio della gravidanza, con una forte intensità. Potrebbe essere un sintomo di una allergia o intolleranza alimentare, o un malfunzionamento del sistema epatico dovuto a fattori ormonali.

Quando il forte prurito si scatena durante la seconda metà della gestazione si devono valutare insieme al proprio medico i valori ematici che riguardano il fegato, per escludere la “colestasi gravidica”, patologia del fegato che prevede un aumento dei valori ematici delle transaminasi, può provocare un modesto ittero, associato ad un intenso prurito.

La colestasi gravidica prevede una alterazione del normale flusso di bile prodotta dal fegato per digerire i grassi. E’ caratterizzata dall’aumento degli acidi biliari nel torrente ematico, a cui segue un persistente ed intenso prurito. 

E’ necessario intervenire tempestivamente e considerare che i sintomi tendono a risolversi dopo il parto.

REGOLE NUTRIZIONALI IN GRAVIDANZA

L’alimentazione in gravidanza va sempre tenuta sotto controllo, così come l’aumento di peso. Al controllo ginecologico mensile, anche il medico che segue la gestante annoterà il peso rilevato. Una corretta gestione dei pasti servirà a coprire gli aumentati fabbisogni nutrizionali della madre, tale da  garantire un corretto sviluppo del nascituro.

E’ consigliato

  • Incrementare l’apporto di acqua
  • Accrescere la quota proteica
  • Aumentare l’apporto calorico giornaliero (abbandonando l’arcaico concetto del “mangiare per due”!)
  • Aumentare sali minerali e vitamine
  • Introdurre le fibre alimentari
  • Limitare l’apporto di sale
  • Evitare l’alcol
  • Limitare le bevande “nervine”(tè, caffè, Cola..)
  • Limitare zuccheri semplici  preferendo gli zuccheri complessi

DIETA NELLA COLESTASI GRAVIDICA

Per prima cosa sarà necessario aumentare la quantità di acqua per mantenere idratata la pelle, e sarà importante adottare una dieta ipolipidica, preferendo cotture semplici come la cottura al vapore, ai ferri, e cotture veloci in padella. Evitate i brasati e le fritture e preferite i condimenti a base di olio extra vergine di oliva in quantità variabili  a seconda della persona.

Sostituite i formaggi stagionati con quelli freschi (ricordo di evitare i  formaggi freschi a base di latte crudo per il rischio di Listeriosi) , limitate le carni ed i pesci più grassi. Il pesce “bianco” sarà da preferire.

Per la frutta e la verdura (ricordo che, in caso di gestanti toxorecettive, i vegetali  andranno igienizzati accuratamente e poi consumati) sono consigliate le verdure ai pasti principali e la frutta almeno due volte al giorno.

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“Siamo quel che mangiamo”

Ogni Nutrizionista ha il proprio modus operandi, un modo di approcciarsi al paziente tutto suo.. Secondo la mia pratica lavorativa è vero che a seconda di ciò che mangiamo possiamo capire “come” siamo strutturati, ma bisognerebbe partire da molto lontano, dal vissuto di ogni persona. Per cui la frase più completa potrebbe essere: “Siamo quel che viviamo”.

Perché siamo emotività, siamo scelte, più o meno consapevoli…
Tanto del nostro vissuto si riflette sulla scelta dei cibi, e la scelta di uno su un altro mi rimanda a capire meglio il paziente che ho davanti.

Quando si intraprende un percorso nutrizionale la prima visita è dedicata proprio a conoscere chi ho davanti, cosa ha vissuto e cosa sceglie quotidianamente di portare in tavola. Non è solo rilevare peso, altezza, massa grassa, idratazione corporea.. Questo dura veramente pochi minuti, a fronte di tutto quello che può emergere in un’ora di colloquio!
E piú la persona è sincera e disposta a farsi conoscere, piú la dieta sarà cucita su misura!